MOSTRE

Alla scoperta del Giappone

Dove: Fondazione Luciana Matalon

Quando: Dal 27 aprile al 30 Giugno

La mostra presenta una documentazione fotografica, delle prime immagini scattate in Giappone, tra cui spicca il lavoro di uno dei maggiori fotografi dell’Ottocento: l’italiano Felice Beato.
Questo prezioso materiale, proveniente dalle collezioni del Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari di Firenze, contribuisce ad esemplificare l’interesse e il fascino esercitato dal mondo orientale alla fine dell’Ottocento nella cultura europea.
L’esposizione raccoglie 110 fotografie originali d’epoca (vintage-prints) colorate a mano con prodotti all’anilina, che ne caratterizzano inconfondibilmente la provenienza dall’atelier di Beato, oltre a tre preziosi album-souvenir con copertine originali, in lacca, madreperla e avorio, che testimoniano la moda orientalista largamente diffusa nell’Europa del XIX secolo.
L’iniziativa, curata da Emanuela Sesti, responsabile scientifica di Fratelli Alinari, è organizzata e prodotta da Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia e Fondazione Luciana Matalon, con il patrocinio della Regione Lombardia, del Comune di Milano, dell’Ambasciata del Giappone, del Consolato Generale del Giappone, della Camera di Commercio e Industria Giapponese in Italia e fa parte del programma ufficiale delle celebrazioni del 150° anniversario della firma del Trattato di amicizia e commercio tra Italia e Giappone.
Felice Beato, di origini veneziane naturalizzato inglese, nato nel 1832 e morto a Firenze nel 1909, nei suoi primi anni di attività lavora insieme al fratello Antonio e al fotografo inglese James Robertson a Costantinopoli durante gli anni della guerra di Crimea, della quale riportano alcune straordinarie immagini di documentazione. Nel 1857, sempre accompagnato dal fratello e da Robertson, inizia il suo viaggio verso Oriente, raggiungendo l’India e nel 1860 la Cina.
Nel 1863 arriva da solo in Giappone, dove rimane per oltre 15 anni e fonda la sua attività fotografica insieme al pittore Charles Wirgman, specializzato nella caratteristica coloritura delle stampe fotografiche di Beato. La mancanza di colore nelle fotografie ottocentesche era avvertita come un limite e la policromia di queste stampe, unite alla loro raffinatezza e esoticità, hanno contribuito al grande successo commerciale con cui furono accolte, tanto che Beato e Wirgman crearono una vera e propria scuola a Yokohama, alla quale collaborarono molti artisti locali.
Tale scuola proseguì la produzione delle fotografie ‘alla maniera di Beato’, anche molti anni dopo la partenza del fotografo italiano, creando uno stile e una moda che perdurò fino ai primi del Novecento.
Per la colorazione di una buona fotografia occorreva quasi mezza giornata. I tempi erano così lunghi che vennero assunti sempre più artisti in un solo atelier, istituendo così una catena di montaggio che aveva una gerarchia produttiva ben precisa e che seguiva anche le inclinazioni e il grado di abilità di ciascun colorista.
La Yokohama Shashin, ovvero la fotografia in stile Yokohama, acquisì notevole importanza grazie al turismo.
I viaggiatori compravano, come souvenir, gli album con una cinquantina di immagini circa, affascinati dal Giappone e dalle sue più antiche tradizioni di vita sociale e di costume, ma anche dalle atmosfere e dagli irripetibili paesaggi ricchi di fascino e spiritualità, cercando fotografie che confermassero l’immagine esotica che avevano del Giappone, in antitesi alla cultura del mondo occidentale.

Attraverso le fotografie del XIX secolo realizzate in Giappone, si possono leggere i costumi, i paesaggi, la vita quotidiana giapponese: le geishe, i samurai, i lottatori, i monaci buddisti, i piccoli artigiani, i paesani, ma anche i paesaggi, i fiori e le scene di strada. Ogni immagine è una finestra aperta sul mondo orientale, su un lontano e sconosciuto Giappone che grazie alla fotografia si offriva alla curiosità del pubblico europeo del secolo scorso.

ALLA SCOPERTA DEL GIAPPONE. Felice Beato e la scuola fotografica di Yokohama 1860-1910
Milano, Fondazione Luciana Matalon, Foro Buonaparte 67
27 aprile – 30 giugno 2016
Conferenza stampa: martedì 26 aprile ore 12.00
Inaugurazione: martedì 26 aprile ore 18.00 su invito

Orari: dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 19.00
lunedì chiuso
la biglietteria chiude 45 minuti prima
domenica 1 maggio chiuso
sabato 14 maggio, la biglietteria chiude alle 14.00
sabato 18 giugno, la biglietteria chiude alle 17.00

Biglietti: intero, € 6,00 + € 2,00 di tessera associativa Amici della Fondazione Luciana Matalon
ridotto, € 4,00 + € 2,00 di tessera associativa Amici della Fondazione Luciana Matalon
(over 65, bambini 7 - 12 anni, gruppi e scolaresche minimo 15 persone)
gratuito: under 6

Visite guidate su prenotazione: tel. 02 878781; fineart@fondazionematalon.org , € 2,00 + il biglietto d’ingresso

Info: tel. 02 878781; fineart@fondazionematalon.org

Sito: www.fondazionematalon.org

Cataloghi: Verso Oriente – Fotografie di Antonio e Felice Beato, Alinari
La leggenda di un impero, Alinari

Organizzata e prodotta da: Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della Fotografia e Fondazione Luciana Matalon

Ufficio stampa:
Fondazione Luciana Matalon
Chiara Belli e Irene Brustia, tel. 02 878781, fineart@fondazionematalon.org
Comunicato e immagini su www.fondazionematalon.org

GLI EVENTI COLLATERALI ALL’ESPOSIZIONE
ALLA SCOPERTA DEL GIAPPONE

La mostra comprende un programma di dimostrazioni di arti tradizionali e conferenze di approfondimento sulla cultura, l’arte, la musica e la lingua giapponese, ogni giovedì sera, presso la Fondazione Luciana Matalon.
La quota di partecipazione agli eventi collaterali è di euro 3,00+ il biglietto d’ingresso.

Programma

Giovedì 28 aprile, ore 20.00
La vestizione del kimono da sposa
Mamiko Ikeda, Wa Jaku kimono service


Giovedì 5 maggio, ore 19.30
Ikebana, storia e significato. A seguire dimostrazione pratica
Garden Club Milano

Giovedì 12 maggio, ore 20.00
Concerto per canto e koto
Mimi Ijyusho Machiya, koto e Kaori Okanda, soprano, a cura di Notturno, Associazione Culturale Musicale di Milano

Giovedì 19 maggio, ore 19.30
Il kimono scopre se stesso: l'occidentalizzazione dell'abbigliamento giapponese nel periodo Meiji (1868-1912)
Prof.ssa Susanna Marino, docente di lingua e cultura giapponese presso l’Università Bicocca di Milano e vice presidente del Centro di Cultura Italia Asia "G.Scalise"

Giovedì 26 maggio, ore 19.30
Ai jutsu - Via dell’armonia
dimostrazione di Ai-Jutsu , arte marziale praticata con la katana, a cura di Hajime, Centro Culturale Discipline Orientali

Giovedì 9 giugno, ore 19.30
La pittura tradizionale giapponese
con la maestra Shoko Okumura

Giovedì 16 giugno, ore 19.30
Ikebana, storia e significato. A seguire dimostrazione pratica
Garden Club Milano

Giovedì 23 giugno, ore 19.15
Lingua Giapponese, oltre il segno la comprensione di un mondo: laboratorio di introduzione allo studio della lingua e dei livelli di comunicazione nella società giapponese contemporanea
Orient'Asia Project: Focus Japan - Studiare e lavorare in Giappone
Dr. Paolo Cacciato, Managing Director Asian Studies Group

Giovedì 30 giugno, ore 19.30
Introduzione alla calligrafia giapponese
con Yumi Ouchi


WhatsArt!

Dove: Caffè Letterario, Roma

Quando: 06/04/2016

Evento Culturale e Artistico: WhatsArt! Talk Show Veritè sul mondo dell’arte, del design e della creatività.
Ideazione e Direzione Artistica: Pamela Cento.
Direzione Artistica Sezione Design: Vincenzo Pultrone.
Format Supervisor: Fabrizio Borelli.
Partecipazione straordinaria Live: Maurizio Baiata (Giornalista, Critico Musicale, Ufologo), Pino Mereu (Scrittore, Studioso di tradizioni popolari e Musicista), Federica Remotti (Manager Artistico, figlia di Remo Remotti), Luigi Parenti (Avvocato), Francesco Michea (Amministratore Delegato Zanotta) e Marta Zanotta (Responsabile marketing e comunicazione Zanotta).
Interviste in esclusiva: Aldo Masullo (Filosofo), Alfredo Rapetti Mogol Cheope (Autore, Pittore).
Con la partecipazione di: Alice Loda (Pittrice), Massimiliano Marianni (Videoartista), Rosario Nocera (Artista), Eleonora Rotolo (Videoartista), Betty Tarantola (Inviata WhatsArt!), Camillo Valle (Filmaker), Elementare Watson (portale web).
Staff: Elisabetta Di Giovambattista, Elisa Posella, Sara Ulivi.
Dove: Caffè Letterario, Via Ostiense 95, Roma (Metro Piramide).
Quando: Mercoledì 6 aprile 2016, dalle 19.30 alle 22.00
Diretta Streaming Internazionale: Mercoledì 6 aprile 2016, dalle 19.30 alle 22.00 sul sito www.whatsart.net
Info: www.whatsart.net
Diretta Streaming: Max Gordiani per OneMoreLab.

Nella circumnavigazione attorno e dentro di noi, si svilupperà il WhatsArt! del 6 aprile, che conferma le caratteristiche di dinamicità e l’essenza multiverso del format.

La seconda puntata di WhatsArt! contenitore multimediale e Talk Show Veritè dedicato al mondo dell’arte, della creatività e del design si snoda lungo la tematica del territorio inteso come natura e società, toccando per estensione tematiche come inquinamento, sostenibilità, artisti-simbolo di una città, abbattimento creativo dei muri della convenzionalità, territori violati, realtà fisiche e realtà “diversamente reali” e infine territorio come corpo e mente.

Sul palco, i protagonisti del talk show, commenteranno in diretta immagini, video di repertorio, opere di videoarte, cortometraggi e videointerviste.

L’apertura della sezione arte di WhatsArt! vede uno dei protagonisti della scena artistica underground italiana scomparso meno di un anno fa: Remo Remotti, colui che dai media è stato definito il simbolo di un territorio, nello specifico della Roma contemporanea. Con la figlia Federica Remotti, attraverso ricordi e contributi video cercheremo di conoscere il “sovversivo” Remo Remotti sia come uomo che come performer, pittore, drammaturgo, poeta, attore.

Maurizio Baiata, giornalista, critico musicale e ufologo tra i più accreditati d’Italia, ci porterà nei meandri del territorio “universale” sia da un punto di vista musicale che alieno nel senso letterale del termine.

Pino Mereu, scrittore e musicista, come esperto di tradizioni popolari ci parlerà dell’importanza del territorio in ambito musicale.

Nel corso della serata:

Aldo Masullo, uno tra i più importanti filosofi a livello internazionale, in brevi clip che costituiscono delle vere e proprie perle di filosofia, ci parla dell’importanza dell’arte e della cultura per un miglior vivere.

Alfredo Rapetti Mogol in arte Cheope, autore di canzoni per cantanti come Ivan Graziani, Adriano Celentano, Mango, Raf, Laura Pausini, vincitore di due Grammy Awards e pittore dalle esperienze internazionali, nella videointervista in esclusiva ci parla dell’importanza di sentirsi nella propria espressione artistica in accordo con il territorio del sè, quello costituito da ciò che siamo, sentiamo, sogniamo (videointervista realizzata dall’inviata WhatsArt! Betty Tarantola e dal filmaker Tony Giubilei).

L’Avvocato Luigi Parenti, dello Studio Legale Parenti, ci darà delucidazioni inerenti brevetto e territorialità.

WhatsArt! si occupa anche di arte e fisco: fiscalmente c’è differenza tra il vendere opere d’arte nel territorio virtuale dell’on-line piuttosto che presso lo studio dell’artista? Questa e altre domande troveranno le adeguate risposte con i commercialisti dell’innovativo portale Elementare Watson.

Alice Loda (Pittrice) nel suo videoritratto, realizzato seguendo i principi whatsartiani di video veritè e tecnologia low budget, ci sospira di quanto l’arte possa essere importante per esitere e restistere.

Massimiliano Marianni (Videoartista), con la sua opera di videoarte ci porta metaforicamente nei meandri della perdita dei punti di riferimento del proprio percorso, lì dove nascono paura e abbandono.

Rosario Nocera (Artista), con una videointervista skype, ci mostra come a volte la realtà debba essere ricreata per dare forma alla propria fantasia.

Eleonora Rotolo (Videoartista), mostra la forte esigenza del ritornare a essere parte integrante della natura.

Camillo Valle (Filmaker), con i suoi cortometraggi girati in Super 8, con immagini poetiche ed esteticamente potenti, ci parla di inquinamento e dell’importanza per l’uomo di fare qualche cosa davanti alla distruzione della bellezza del territorio.

Nella sezione talk show di WhatsArt! dedicata al design, Vincenzo Pultrone ci farà addentrare nel mondo del design con l’azienda Zanotta, indiscusso fiore all’occhiello del Design Made in Italy, i cui prodotti, nati dalle menti e dalla creatività dei più interessanti designer di fama internazionale (per citarne alcuni: Achille Castiglioni, Gae Aulenti, Marco Zanuso, Ettore Sottsass, Joe Colombo, Alessandro Mendini, Andrea Branzi, Carlo Mollino, Bruno Munari, Alfredo Haberli e Ross Lovegrove) si trovano esposti in una quarantina di musei internazionali (dal Moma di New York al Musée des Art Décoratifs di Parigi, al Victoria&Albert di Londra, al Tel Aviv Museum of Art). Con Francesco Michea (Amministratore Delegato Zanotta) e Marta Zanotta (Responsabile marketing e comunicazione Zanotta) parleremo di alcuni dei loro prodotti diventati dei must e di come un’azienda possa richiamare la tradizione guardando al futuro, anche per quanto concerne la sostenibilità sia da un punto di vista ambientale della natura che delle risorse umane.

WhatsArt! è un Format Multimediale Ideato e Diretto dal Critico d'Arte e Sociologa Pamela Cento che vede come Format Supervisor il regista di numerose trasmissioni RAI Fabrizio Borelli e la Direzione Artistica per la sezione Design di Vincenzo Pultrone, Architetto, titolare di negozi di architettura e design e ideatore e proprietario del Caffè Letterario di Roma.

WhatsArt! può essere seguito, mercoledì 6 aprile dalle 19.30 alle 22.00, direttamente al Caffè Letterario di Roma o in diretta streaming internazionale sul sito: www.whatsart.net


Premio Art - secondo step

Dove: Caffè Letterario, Roma

Quando: 06/04/2016 - 27/04/2016

Esposizione di Arte Contemporanea: Premio Art
Direzione Artistica: Pamela Cento.
Artisti: Alessandra Bisi, Serena Casali, Enzo Crispino, Angela Greco, Gios Manakel,
Rosario Nocera, Gianluca Petrassi, Gina Pignatelli, Giacinto Luca Ruo, Francesco Sambati, Valeria Tedesco.
Staff: Elisabetta Di Giovambattista, Elisa Posella, Sara Ulivi.
Dove: Caffè Letterario, Via Ostiense 95, Roma (Metro Piramide).
Quando: da mercoledì 6 aprile al 27 aprile.
Inaugurazione: Mercoledì 6 aprile 2016, dalle 19.30 alle 22.00.
Info: www.premioart.it

Il 6 aprile prende avvio il Secondo Step del Premio Art Caffè Letterario che consentirà di ammirare per tre settimane opere realizzate tramite differenti generi e linguaggi artistici: dall’arte digitale alla fotografia, dalla pittura ad acrilico o a olio al mixed media.

In esposizione le opere di: Alessandra Bisi, Serena Casali, Enzo Crispino, Angela Greco, Gios Manakel, Rosario Nocera, Gianluca Petrassi, Gina Pignatelli, Giacinto Luca Ruo, Francesco Sambati, Valeria Tedesco.

Si può votare il proprio artista preferito, dal primo giorno di esposizione, nella sezione votazioni del sito www.premioart.it

La grande novità del Premio Art per la Quarta Edizione è quella dell’accostamento del Premio Art, tornato alla sua formula originale che mette l’arte visiva in primo piano, con WhatsArt! il Talk Show Veritè dedicato al mondo dell’arte, del design e della creatività il cui sviluppo coincide con l’inaugurazione del 6 aprile del Premio Art. Per l’ occasione numerosi saranno gli ospiti appartenenti al mondo dell’arte e della cultura che interverranno in loco o tramite interviste, la serata sarà trasmessa in diretta streaming internazionale sul sito Whatsart! sul sito www.whatsart.net


Young Art Session #1

Dove: Caffè Letterario - Roma

Quando: 23/03/2016 - 31/03/2016

Esposizione di Arte Contemporanea: Young Art Session #1

Direzione Artistica: Pamela Cento, Vincenzo Pultrone.

Artisti: Filippo Alimonti, Alessia Baglieri, Lorenzo Capitani, Filippo Chilelli, Emanuele Cantoro, Irene Cartení, Matteo D’Andrea, Giulia Denaro, Simone De Vitto, Lorenzo Durante, Andrea Gandini, Carlotta Farina, Anastasia Iurovscaia, Elisar Kinij, Alessandro Martini, Valerio Milano, Giorgia Morelli, Mattia Pozzo, Agnese Roviti, Alessio Sarao, Giordano Scialanga, Fabiano Soares, Mimi Teka, Alessandro Terenzi, Lorena Tiberi.

Live music: Irene Carnevale, Gabriele Cibei, Alberto Cicero, Kät, Irene de Luca, Mapo (Matteo Alghiri, Adriele Benedetto, Orsola Rocca, Pietro Scoppola), Tommaso Rita e Lorenzo Masala.
Promotori: Collettivo Studentesco Ripetta Pinturicchio & Caffè Letterario di Roma.

Dove: Caffè Letterario, Via Ostiense 95, Roma (Metro Piramide).
Quando: dal 23 al 31 marzo.
Inaugurazione: Mercoledì 23 marzo 2016, dalle 19.30 alle 24.00.
Diretta Streaming Internazionale: Mercoledì 23 marzo dalle 20.30 alle 22.30.
Info: www.youngartsession.net

CHI SONO I GIOVANISSIMI ARTISTI DI OGGI? COSA TENTANO DI ESPRIMERE, SPESSO RIUSCENDOCI, CON IL LORO LINGUAGGIO ARTISTICO E CREATIVO?

Per ricercare gli artisti che fin da giovanissimi denotano talento, la Sociologa e Critico d’arte Pamela Cento e l’Architetto Vincenzo Pultrone, titolare dei negozi Pultrone Arredamenti e del Caffè Letterario di Roma, sono andati a ricercarli direttamente presso il Collettivo Ripetta connesso, ma indipendente, al Liceo Artistico Di Ripetta di cui sono studenti. Il Collettivo, promotore del progetto Young Art, è nato per organizzare incontri di scambio culturale, dibattiti e manifestazioni sempre con la consapevolezza che la cultura e l’informazione siano fondamentali, sulla loro divulgazione realizzano le basi per creare una rete di giovani informati e creativi che condividano esperienze.
Dall’incontro del Caffè Letterario di Roma e il Collettivo Ripetta (composto da Sara Bohm, Silvia Cannella, Giulia Corelli, Antonio D’ Angelo, Simone De Vitto, Giulia Denaro, Gaia Dominici, Angelica Garbelli, Stella Iacovelli, Michela Maurizi, Mimi Teka) è nato un concept artistico per andare a scovare i talenti che si stanno formando e al contempo mettere in esposizione le loro opere selezionate. Young Art è un percorso che si svilupperà nel corso del tempo in più sessioni espositive per fare in modo che i fruitori possano assistere anche all’evoluzione di stile e genere di questi giovanissimi creativi e dall’altra parte, consentire agli artisti di confrontarsi e misurarsi in un contesto professionale.
In esposizione opere pittoriche, fotografiche, scultoree ma anche disegni e sperimentazioni architettoniche, modellini di oggetti design e bozzetti di moda.
Si potranno ammirare le opere degli artisti e ascoltare i brani musicali della sezione di live music dove si alternano differenti band e infine incuriosirsi con le interviste fatte direttamente ai giovani artisti.
L’appuntamento è il 23 marzo dalle ore 19.30 presso il Caffè Letterario, spazio multifunzionale culturale tra i più rinomati d’Italia sempre attento alle novità sia in campo artistico che culturale. L’esposizione sarà visitabile fino al 31 marzo.
La serata inaugurale, dalle 20.30 alle 22.00, sarà trasmessa in diretta streaming internazionale sul sito www.youngartsession.net


Mostra Fotografica -Fate Velaj

Dove: Via Antonio Canova 22, Roma

Quando: domenica 3 aprile alle 18:30

Mostra Fotografica - Canova 22
“Tra Fate e Fate”
dal 3 al 10 aprile 2016
Artista: Fate Velaj

Comunicato stampa di Rezarta Zaloshnja

Lo spazio espositivo Canova 22 a Roma ospita, domenica 3 aprile alle 18:30, la Prima Mostra Fotografica dell’artista albanese/austriaco di fama internazionale Fate Velaj, dal titolo "Tra Fate e Fate" a cura di Rezarta Zaloshnja. In questa mostra l’artista, il cui repertorio creativo spazia tra pittura, fotografia e scrittura, dà vita ad un flusso di coscienza che risiede dentro di noi, in cui l’immagine diviene elemento focolare nel volgere l’occhio e la mente ad una lettura ricercata che porta in grembo la molteplicità, la bellezza delle diverse esperienze culturali.
Il “tutto” come concetto del “totale” nello spazio immaginario dell’artista si rielabora e diviene nello spazio vitale: esplorazione. Manifestandosi nell’incontro dinamico che predilige la non differenziazione tra grandi città o angoli nascosti, soggetti prediletti o favoriti, si mostra come esistente opportunità di approfondimento culturale, nel possibile scambio a livello sociale, politico, culturale ed artistico.
La mostra costituirà in sé un duplice incontro tra immagine e parola, poiché in concomitanza l’artista presenterà il suo libro autobiografico “Kreuztanne/Crocevia”. Il libro trae il titolo dal nome dell'Hotel in cui si assestavano gli immigrati provenienti dai paesi dell'Est Europa in Austria, negli anni '90. In una tale cornice, che richiama tematiche che si vestono della sensibilità del nostro quotidiano, la coincidenza vuole, come maschera del destino, che questo hotel si ponga, geograficamente parlando, nell’incrocio “confinante” di tre cittadine differenti; ironia e sorte di un crocevia nel cammino del destino. In questo caso, tale sorte ha tracciato la sottile e labile linea di incontro tra l'uomo e l'artista.
Il risultato è un perfetto equilibrio estetico e narrativo, dove il racconto parte dal viaggio puramente corporeo per trasformarsi in viaggio visionario, progetto portato avanti nel tempo dall'autore in vari paesi, tra i quali: Albania, Austria, Italia, Stati Uniti ed altri.
Luogo: Canova 22 - Via Antonio Canova 22 Roma
http://www.canova22.com/gallery/
Orario di apertura: tutti i giorni dalle 10.30 alle 20.00
Biglietto - Ingresso libero
Vernissage: 3 aprile (domenica) dalle 18:30 alle 22.00

Informazioni
Artista: Fate Velaj
http://www.velaj.com
Testo critico a cura di Luan Topciu
Curatore: Rezarta Zaloshnja
Biografia
Fate Velaj, pittore, fotografo, scrittore e saggista nato a Valona (Vlore), in Albania nel 1963. Diplomato in “Cultural Management” all’Università di Arti Applicate a Vienna. Fonda nel 2001 il Forum Internazionale Weltoffen e nel 2003 riceve la Medaglia all’onore per i servizi speciali resi alla Repubblica dell’Austria. Nel 2003 vince il Festival Internazionale di Arte Contemporanea a Sanremo come miglior artista. Nel 2004 si unisce ai managementclub della economia austriaca e crea il WMC Artforum, organizzando conferenze varie che richiamano le tematiche dell’arte, della cultura, nonché organizzando esposizioni a livello internazionale. Ha partecipato con mostre personali e di gruppo in diverse gallerie d’arte tra Vienna, Salisburgo, Wels, Baden, Trieste, Sanremo, Polignano, Roma, Birmingham, Leamington, New York, Boston, Cleveland, Bruxelles, Bucarest, Atene, Cairo, Tirana, Valona, Skopje, Pristina, ecc. I suoi lavori sono esposti in diversi musei e collezioni private. Vive e lavora tra Vienna e Valona.

Testo critico a cura di Luan Topciu

Fate Velaj vive, lavora, osa, sogna come un artista.
Il suo spazio artistico è caratterizzato dalla pittura, fotografia, tutte manifestazioni di un “artista totale” o, come si definisce nella lingua del paese dove si è formato, “Gesamtkunstwerk” (secondo il concetto di Richard Wagner e Hermann Nitsch).
Sbalorditivo in tutte le proprie espressioni, Fate Velaj rifiuta ogni tipo di stereotipo, dando vita, così, a un fenomeno artistico originale, inconfondibile, lasciando ovunque “segni” caratterizzati dalla propria personalità artistica.
Velaj è un giramondo, un viaggiatore permanente tra paesi, stati, città, è viaggiatore in sogni sconosciuti, in tempi sconosciuti, cerca mete transfrontaliere e nuovi confini; ovunque lui vada, raccoglie impressioni dal paese nel quale si trova, rileggendole e trasmettendole nella propria arte.
Questi “dialoghi” lasciano tracce profonde anche in altre sfere d’azione: è ideatore, organizzatore e implementatore di molti progetti originali, che detengono il suo marchio, nell’ambito delle politiche culturali ed urbanistiche europee ed è anche curatore di mostre internazionali, ispiratore di iniziative pubbliche, commentatore e interprete di eventi politici e sociali, illustratore di pensieri e atteggiamenti sociali ed è anche molto attivo attraverso i mezzi canonici della comunicazione, quali mass-media e social media.
Tutto questo, ovvero la frequenza e il ritmo vertiginoso delle sue attività, lo rende noto e apprezzato da tutti in tutta l’Europa, tanto da generare l’impressione che quando parliamo di Fate Velaj si tratti di una “istituzione” e non di un solo individuo.
La Fotografia a differenza delle opere pittoriche di Fate Veaj è di impianto astratto e vi sono presenti solo simboli, nodi e segni, che suggeriscono interpretazioni aperte, paragonabili alla pittura dell’espressionismo astratto-americano o libero, come nel caso dell’ “action painting”, la fotografia è particolarmente concreta, tangibile, caratterizzata da un messaggio leggibile e invita a scoprire un evento e un racconto che si nascondono dietro l’immagine, tanto da poterla assimilare allo stile di Steve McCurry.
Se nella pittura l’immagine umana è assente, la sua fotografia è popolata da persone, ritratti, elementi naturali, porte, decori, oggetti pieni di segni del tempo.
Immagini che raccontano sempre una storia. La fotografia di Velaj ci permette la lettura e la rilettura della natura e degli eventi casuali. Fissare il tempo, congelare l’attimo invisibile in un normale trascorrere del tempo, rimane l’obiettivo essenziale e il risultato della fotografia artistica. Quale prima reazione, la fotografia di Velaj stimola o un sorriso o uno shock, scuotendoti, perché la forza di Velaj è nel cogliere di sorpresa l’inaspettato. Fate incarna l’eccellenza di un artista ricco di intuito, che sa individuare il giusto punto di vista, gli elementi necessari per trasmettere il messaggio desiderato, si sa soffermare dove è necessario, quando è necessario. Nell’immediato, Velaj può trovare e cogliere tutto ciò che è speciale, irripetibile. Il raggio focale, la composizione, la spontaneità gli conferiscono, cosi come nella pittura e nello stile di vita, piena originalità.
Nel mondo della fotografia, si utilizza convenzionalmente la definizione di “Street photography” ma per Velaj, il termine non è opportuno, è preferibile definirla “Fotografia di viaggio”: viaggio in senso fisico e metaforico.
Fate Velaj è un appassionato viaggiatore e, nel frattempo un eccellente “bibliotecario” di viaggi, non a caso lo definiscono un Evliya Çelebi o un Lord Byron dell’età moderna. Il suo fine non è solo descrivere i paesi nei quali viaggia, ma coglierne l’essenza, i soggetti che caratterizzano il luogo, le persone che vi abitano, “lo spirito del paese”.
Quando guardi le fotografie di Fate Velaj, ti ricordi di quello che Alfred Hrdlicka diceva: "Mir fällt nichts ein. Mir fällt was auf", cioè “non li imprime nella mente, ma la mente pensa a “quello che bisogna realizzare, per presentarlo al vasto pubblico”.
In riferimento alla “Street photography”, Velaj naviga “nelle proprie acque” in ogni spazio urbano, indipendentemente se parliamo delle città d’Europa o più in la, degli USA o altri continenti.
L’album fotografico di Fate Velaj è pieno di scene che narrano eventi o, ancora di più, suggeriscono un soggetto su cui meditare. Si tratta di sintesi di evocazioni tramite le quali l’artista, con un solo “click”, racconta quello che a uno scrittore servirebbero - per descriverlo - numerose pagine, capitoli, se non un intero libro.
La Parola
La pittura non figurativa e dei gesti, la fotografia ricca di personaggi ed eventi, pare che all’artista Velaj non bastino (…) così, usa la parola e le si dedica.
Quando percepisce i limiti estremi delle immagini, la loro completezza, Velaj si appella alla forza della parola, sente la necessità di raccontare con la parola, sente il bisogno della trama, di descrivere tramite la parola. Cosi Velaj produrrà testi, versetti, racconti di viaggi ed eventi personali, scelti tra i suoi infiniti viaggi oppure colti tra i momenti delicati della situazione emozionale, invasa dall’emozione e dalla nostalgia, sottraendo ogni elemento della letteratura accademica, come la punteggiatura, negando le regole della grammatica, decostruendo gli schemi, secondo quegli stessi principi che lo guidano nella pittura, nella fotografia e nella vita; così crea testi atipici, sazi emozionalmente, redatti con estrema delicatezza, intuito e raffinatezza. Anche in questo Velaj rifiuta testi rigidi, testi freddi, lascia qualcosa di “sporco”, concentrandosi sulla forza del messaggio, sulla freschezza, l'irripetibilità. A volte si serve di toni lirici forti, ispirati all’alta temperie della montagna, come accade per le poesie e le prose dedicate alla scomparsa dei genitori, quelle per gli amici, per Vienna, per la Patria, alla nostalgia e l’infanzia; a volte è ricco di umorismo, ironia e autoironia, come accade nella letteratura postmoderna.
Teoricamente è difficile classificare i testi di Velaj. Tutta la produzione artistica di Velaj delinea il profilo di un artista non convenzionale.
La classificazione critica dei suoi testi sembra essere l’ultima cosa che interessa all’autore perché, come in tutte le proprie performance, a Velaj interessa il risultato, l’effetto, l’impatto al pubblico.
Così anche i testi sono parte dell’arte totale di Fate Velaj, sono essenza della propria espressione “totale”.
I testi, insieme alla sua pittura e fotografia, strutturano l'architettura del suo “Gesamtkunstwerk”.

Testo critico di Luan Topciu


Roberto Cicchinè: in|coscienza

Dove: Ascoli Piceno

Quando: 19/03/2016

Si inaugura sabato 19 marzo 2016 alle ore 18 presso la chiesa di San Vincenzo e Anastasio di Ascoli Piceno la mostra personale in|coscienza di Roberto Cicchinè, presentata dalla Galleria Marconi di Cupra Marittima e da Marche Centro d’Arte, a cura di Valentina Falcioni e con l’alto patrocinio del Comune, della Provincia e della Diocesi di Ascoli Piceno.
in|coscienza è il terzo appuntamento della rassegna Cosa c’è di nuovo oggi? che accompagnerà la Galleria Marconi durante la stagione espositiva 2015/2016. La chiesa di San Vincenzo e Anastasio si trova in Piazza Basso Ventidio ad Ascoli Piceno.
La mostra si conclude il 16 aprile 2016.


“Nell’antica platea inferior di Ascoli Piceno, la piazza che in epoca medievale ospitava il mercato manifatturiero della città, si erge la chiesa romanica dedicata ai santi Vincenzo e Anastasio. Roberto Cicchinè, artista che vive e lavora a Massignano (AP), ha intrapreso un dialogo profondo e complesso con questo ambiente sacro che dalla seconda metà del XIII sec. accoglie anche una cripta dedicata a San Silvestro. Una conoscenza capillare dell’animo umano fa di Roberto un interprete elegante dell’universo spirituale e sensibile. Il “linguaggio silenzioso” difatti è un esempio di comunicazione non verbale che l’artista marchigiano ha esaminato nel corso degli anni fino a renderlo oggetto principale della propria ricerca artistico-espressiva. Negli ultimi lavori, tuttavia, è iniziato a trapelare qualcosa di decadente, in bilico fra malinconia, insofferenza e bisogno di cambiamento. L’uomo è diventato un tempio da tutelare e allo stesso tempo un bozzolo pulsante, smanioso, pronto alla metamorfosi. L’ambiente sacro dedicato ai santi Vincenzo e Anastasio è divenuto il guscio entro il quale è maturato questo senso di rinnovamento che è stato immortalato da Cicchinè nella fase in cui la coscienza vaga fra timore e necessità, reticenza e consapevolezza. Si tratta di un percorso circolare che non ha direzione o orientamento, un circuito che evoca l’eternità, riflette l’ordine di una pace superiore e zittisce ogni intima forma di titubanza per accrescere il senso di armonia. Il titolo in|coscienza rivela proprio il momento in cui si rimane in bilico fra consapevolezza e istinto, quando il corpo è ancora fasciato dalla pellicola protettiva di una coscienza abitudinaria, ma i muscoli iniziano a fremere per liberarsi da quei preconcetti cristallizzati nel tempo. Descrive il dubbio, il lungo attimo di insofferenza e irrequietezza che inizia a traballare di fronte a un’intima contemplazione dell’Io in relazione all’infinito universo spirituale. Una serie di istallazioni concettualmente inanellate fra loro sembrano dialogare con quegli affreschi che in passato erano presenti nella cripta dedicata a San Silvestro, i quali celebravano proprio il potere della rigenerazione, l’unica in grado di guarire sia la carne che la mente da quel rigido dittatore che vive nell’Ego, il parassita che destabilizza l’autostima, riduce le capacità empatiche e fa vacillare i propri caratteri identitari.” (Valentina Falcioni)

“Non ricordo tutto quello che ho fatto in questi anni, ma ricordo bene tutti gli artisti con cui ho lavorato, il piacere delle discussioni sull’arte e sulla vita, il freddo di inverno e il caldo d’estate. La Galleria Marconi mi ha dato molto, un percorso umano e professionale ricco e avvincente, che si è incrociato strettamente con la mia vita, anche se non è tutta la mia vita. Penso agli affetti, alla famiglia, alla mia casa e a chi la frequenta. Penso di avere fatto molto, penso di avere ancora molto da dire e non voglio rinunciare a nulla di tutto questo. È con questo spirito che mi sono chiesto Cosa c’è di nuovo oggi? E adesso aspetto solo di avere la risposta.” (Franco Marconi)


in|coscienza di Roberto Cicchinè
A cura di Valentina Falcioni
Presentato da Marche Centro d’Arte e Galleria Marconi di Cupra Marittima

Dal 19 marzo al 16 aprile 2016
Chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio
Piazza Ventidio Basso di Ascoli Piceno

Inaugurazione: sabato 19 marzo 2016 alle ore 18
Orari d’apertura: tutti i giorni dalle ore 16 alle 19
Ingresso libero

Con il patrocinio di Comune, Provincia e Settore Arte Sacra e Beni Culturali della Diocesi di Ascoli Piceno

Per info: vfalcioni@yahoo.it

Galleria Marconi di Franco Marconi
C.so Vittorio Emanuele, 70
63064 Cupra Marittima (AP)
tel 0735778703

web http://galleriamarconi.it/
e-mail galleriamarconi@vodafone.it
Facebook http://www.facebook.com/galleriamarconi
twitter https://twitter.com/GalleriaMarconi

Ufficio Stampa Galleria Marconi: Dario Ciferri


Il Cantico dei Cantici

Dove: Polo Museale Trani

Quando: 14-19 marzo 2016

Inaugurazione 14 Marzo ore 20

Quando Re Shlomò scrisse Il Cantico dei Cantici volle suscitare l’interesse di tutte le nazioni verso il profondo amore che lega Israel al Creatore. Pertanto compose per similitudine, questo poema d’amore allegorico in cui descrisse l’amore e la passione che lega due fidanzati.

Norma Picciotto presenta 20 fotografie lavorate in digitale sovrapponendo immagini su livelli multipli. Scelta interessante e trasparente dell’artista e’ quella di affiancare all’opera gli scatti originali.
Nel Cantico, il vino viene paragonato ai migliori piaceri terreni, alle azioni misericordiose e ai miracoli; al frutto offerto a Dio, ai Giusti del popolo; all’insegnamento sereno e dolce impartito alla gente dai saggi e alla dimostrazione dell’amore verso l’Altissimo. Le vigne vengono paragonate alle case di studio e il melograno ricco di chicchi succosi ai 613 precetti.

In queste fotografie il concetto che lega le vigne all’amore terreno oltre a quello spirituale è dato dall’inserimento nelle foglie di vite di frasi d’amore raccolte in tutto il mondo da coppie di innamorati, che hanno inciso i loro nomi sui fusti degli alberi, sui muretti e sulle panchine come a rendere indelebile e immortale il loro sentimento.

Norma Picciotto è nata a Milano, dove vive e lavora. Negli anni ’70 fonda insieme a Giancarlo De Bellis, l’Agenzia De Bellis: una tra le più note agenzie fotogiornalistiche italiane. Giornalista pubblicista, documenta la storia complessa di Milano fino agli anni ‘90. In seguito ottiene la rappresentanza in Italia di alcune tra le più importanti agenzie fotografiche europee e americane, tra cui l’Agence France Press Photo, la più avanzata in campo tecnologico, con la quale importa dai primi anni ’90 fotografie d’attualità da tutto il mondo in formato digitale.
Dal 2000, si dedica alla fotografia artistica e crea opere in digitale che rappresentano il suo mondo interiore e i legami con le sue radici. Si appassiona all’elaborazione digitale delle immagini di cui esperimenta e approfondisce le potenzialità espressive e nelle sue opere fonde in un’unica immagine vari scatti ripresi in luoghi e in tempi diversi, che plasmano un nuovo mondo visivo, spirituale e di sogno.
Dal 2011 Le sue foto vengono regolarmente esposte in gallerie e Istituzioni pubbliche di vari paesi tra cui Milano, Ferrara, Venezia, Colonia, Parigi, Tel Aviv, New York. Dal 2014 è Membro effettivo della “European Academy of Sciences, Arts and Literature”.

La mostra personale Riproducetevi e moltiplicatevi è stata esposta nel Padiglione Israele in occasione di Expo 2015.
www.normapicciotto.com
norma.picciotto@gmail.com
Polo Museale Trani - Palazzo Lodispoto, Piazza Duomo 8/9
da lunedi 14 a venerdi 19 Marzo dalle ore 8,30 alle ore 21


77x7 SI - NO - FORSE - QUAND0

Dove: GARD Galleria Arte Roma Design

Quando: 13 Febbraio 2016

Esposizioni Personale di Arte Contemporanea
TITOLO: 77x7 - SI - NO - FORSE - QUANDO… “ Storie…Volti…Animalia”
ESPOSIZIONE PERSONALE DELL’ARTISTA: MARISA MUZI
A CURA DI: Sonia Mazzoli e Valentina Marin - STAFF: Silvia Cicio e Tiziana Monoscalco
DOVE:GARD Galleria Arte Roma Design - Via Dei Conciatori 3/i (giardino interno) M Piramide
INAUGURAZIONE: sabato 13 febbraio 2016 dalle ore 18.00 alle ore 22.30
ACCOMPAGNERA’ LA SERATA CON LA MELODIA DEL FLAUTO BAROCCO Surya Paola Andreoli
DURATA ESPOSIZIONE : Dal 13 al 22 Febbraio 2016
ORARI: Dalle 16.30 alle 19.00 - dal lunedì - al venerdì ( altri giorni e orari su appuntamento)
ASSAGGI GASTRONOMICI: Meating Restaurant www.meatingrestaurant.com
INGRESSO: libero - Infotel: +39 340.3884778 - Infomail: soniagard@gmail.com

La GARD Galleria Arte Roma Design presenta con estremo piacere, come prima esposizione del 2016, la mostra personale dell’Artista Marisa Muzi, che racchiude e presenta alcuni scorci del suo lavoro artistico, una selezione delle opere più significative a testimonianza di un percorso artistico che è frutto di anni di creatività e di instancabile sperimentazione tecnica.
Sabato 13 febbraio, data scelta volutamente dall’Artista Muzi per l’inaugurazione
(chi la conosce ne sa il motivo…), dalle ore 18,00 sarà possibile visitare la mostra dal titolo stravagante “77x7 - SI - NO - FORSE - QUANDO… “ Storie…Volti…Animalia”
Eclettica e appassionata, l’Artista Marisa Muzi si immerge completamente nell’esperienza dell’Arte, fino a farne la sua ragione di vita. Dopo un primo periodo di dedizione al disegno dal vero e al nudo, magistralmente eseguiti, nel 1995 l’Artista approda alla Gard, dove scopre per la prima volta un’arte nata dalla sperimentazione e dalla fusione di tecniche fuori dal comune; così, pian piano, si stacca dalle sue radici figurative per approfondire i molteplici stimoli artistici e culturali che la influenzano durante la frequentazione di questa realtà così diversa, promotrice fin dagli inizi di un linguaggio innovativo e altamente sperimentale.
Nelle sue opere molteplici riferimenti alla psicologia, alla letteratura, alla poesia, alla storia dell’arte, al sociale e a episodi legati al proprio passato si mescolano in un’unica visione fantasiosa e onirica, dove a prevalere è sempre l’impulso libero e irrefrenabile di dipingere.
Tantissime opere sono state donate a Musei, Fondazioni Pubbliche o Private, Gallerie, Caffè, tante altre sono state vendute negli anni. Pertanto, data l’impossibilità di proporre una vera e propria antologica, sono state scelte le opere più significative ancora in possesso dell’artista e quelle messe a disposizione delle persone a lei più vicine per presentarle al pubblico.


Cenni biografici
Marisa Muzi : Nata a Roma, all’età di sei anni va ad abitare a villa Sthrol-Fern dove, a quei tempi, vivono Francesco Trombadori, Marcello Avenali, e ancora Carlo Levi , Carlo Socrate, fino ad Ercole Drei, Guerrini, e tanti altri artisti della Scuola Romana.
L’aria impregnata di arte, le storie di vita eccentriche e i luoghi che gli artisti della "Scuola" frequentavano (il caffè Aragno, il Tevere...ecc.), sono il leitmotiv della vita di Marisa bambina che già a quei tempi sperimentava “pezzi teatrali” tra gli alti bambù che arricchivano il panorama selvaggio della villa. Per Marisa dipingere è l’essenza della vita. Il pennello si muove sulla tela e tutto si trasforma in meditazione, convertita nel quadro in emozione agli occhi di chi guarda. Il suo percorso pittorico si svolge con l’insegnamento degli artisti Angelo Palloni di Roma, Kristien De Neve, belga, Marina Haas tedesca. Il 1985 è l’anno dell’incontro con il suo primo maestro, l’architetto Angelo Palloni che la incoraggia a percorrere la strada dell’arte convincendola che la pittura è alla portata del suo mondo fantastico e della sua sensibilità artistica. Da quel momento c’è l’impegno affinché l’uso del pennello divenga strumento di espressione come lo è la sua penna. Ed ecco la crescita: poesia – pittura – yoga – creatività. Gli studi proseguono con Marina Haas, severa, ferrea, le impartisce lezione e lezioni di prospettiva e disegno e di tecniche che oggi le permettono di avere le sue basi su cui andare avanti. Contemporaneamente frequenta lo studio di Kristien De Neve che la guida negli orizzonti dell’arte moderna o meglio contemporanea. Con lei impara ad amare la materia e ancor oggi la spinge a provare materiali e tecniche nuove. Per anni ha fatto studi di nudo con i suoi tre maestri. Dotata di un’energia non comune, ora si confronta con tecniche sempre più libere sperimentando l’uso di materiale come l’argento, la sabbia, tessuti, cristalli, resine e pietre, uniti ad oli, smalti e acrilici. Oggi il lavoro artistico di Marisa si svolge tra Roma, Lucca, Anticoli Corrado e l’Abruzzo (Sulmona, Pettorano sul Gizio e Popoli). I suoi lavori sono in collezioni private in Italia e all’estero.

Cenni Storici Galleria Gard
GARD, Galleria Arte Roma Design, nasce nel 1995 con una specifica attenzione alla sperimentazione di nuovi linguaggi artistici e all’utilizzo di materiali di recupero e riciclo per un eco-design ed un’eco-arte che rispetti l’ambiente-mondo e l’ambiente-uomo. Dal 1997 GARD sceglie come ubicazione uno spazio di 600 mq. tra il Gazometro e la Piramide Cestia, ex zona industriale del vecchio porto fluviale di Roma. Spazio multifunzionale che si presta periodicamente per esposizioni ed eventi di arte, design e cultura, affiancando attività di promozione a laboratori creativi dedicati alla manualità, dedicando una specifica attenzione alla sperimentazione di nuovi linguaggi artistici e all’utilizzo di materiali di recupero e riciclo. Il 20 ottobre 2011 la Galleria viene coinvolta nell’alluvione di Roma ed è costretta a chiudere. Ci vogliono tre anni per poter bonificare e riqualificare i locali, tamponare e far fronte ai molti danni, viene fatto un progetto e un intervento di riduzione spazi e nuova destinazione d’uso di alcune aree. Non manca mai in questi anni, la volontà e la grinta che l’ha sempre contraddistinta. Dopo un percorso di ricostruzione e di ripresa emotiva durato tre anni, GARD può finalmente riaprire nel novembre del 2014, con un numero minore di sale, ma con la qualità e l’originalità che da sempre la contraddistingue. E infatti, questo spazio torna con effetto immediato a rappresentare un importante punto nevralgico per gli artisti emergenti, un punto di raccordo e sperimentazione.
Oggi sono circa mille le figure che operano nel settore artistico, tra architetti, designer, artisti e artigiani, che partecipano a rendere GARD unica a Roma.


Ufficio Stampa
Silvia Cicio


Gennaio è fatto per dormire

Dove: Galleria Marconi

Quando: 6 febbraio - 5 marzo 2016

Sabato 6 febbraio la Galleria Marconi di Cupra Marittima presenta il terzo appuntamento di Cosa c’è di nuovo oggi?. Infatti alle ore 18.00 si inaugura Gennaio è fatto per dormire, collettiva di pittura che presenta le opere di Nicola Caredda, Giovanni Manunta Pastorello e Giuseppe Restano. La mostra, organizzata dalla Galleria Marconi e da Marche Centro d’Arte, è a cura di Dario Ciferri, che è anche autore del testo critico.

Gennaio è fatto per dormire è il terzo appuntamento della rassegna Cosa c’è di nuovo oggi? che accompagnerà la Galleria Marconi durante la stagione espositiva 2015/2016.
La Galleria Marconi si trova in c.so Vittorio Emanuele II n°70 a Cupra Marittima. La collettiva potrà essere visitata fino al 5 marzo 2016 con i seguenti orari: lunedì – sabato 16.30 - 19.30.

A proposito della collettiva il curatore Dario Ciferri dice: “Gennaio è fatto per dormire è un progetto che nasce come una sfida: mettere in dialogo tra loro tre pittori che rappresentano alcuni dei punti più alti della pittura italiana contemporanea. Lavorando alla mostra, mi sono via via reso conto che non si trattava di una collettiva, ma di una vera e propria tripla personale, con un gioco di contatti e di rimandi tra le voci dei tre. Quella che presentiamo è pittura nel senso più alto del termine, senza alcun tipo di preconcetti, in grado di assemblare, sintetizzare e comporre quanto secoli di arte hanno prodotto. Avanguardia? Sì. Astrattismo? Sì. Realismo? Figurativismo? Surrealismo? Sì. Gennaio è fatto per dormire offre insomma una visione fluida, in continuo divenire, in eterno ritorno. Caredda, Manunta e Restano sono allora tre segni di un contemporaneo consapevole della storia e della storia dell’arte. Ciascuno ha sviluppato un lavoro che colpisce subito l’immaginario e lo sa portare verso nuove prospettive, fondendo inquietudine e pop, ansia, e tradizione, gioia, rapidità creativa e cura per dettagli e particolari.
La mostra è nata come un percorso che si sarebbe dovuto concludere e concretizzare a gennaio, un mese complicato, lungo, freddo, un mese che segna nel profondo il resto dell’anno, un mese in cui è piacevole restare nel letto e prolungare il momento del sonno. Gennaio è fatto per dormire insomma ed è quindi stato logico proporre il progetto a febbraio. ”.

“Non ricordo tutto quello che ho fatto in questi anni, ma ricordo bene tutti gli artisti con cui ho lavorato, il piacere delle discussioni sull’arte e sulla vita, il freddo di inverno e il caldo d’estate. La Galleria Marconi mi ha dato molto, un percorso umano e professionale ricco e avvincente, che si è incrociato strettamente con la mia vita, anche se non è tutta la mia vita. Penso agli affetti, alla famiglia, alla mia casa e a chi la frequenta. Penso di avere fatto molto, penso di avere ancora molto da dire e non voglio rinunciare a nulla di tutto questo. È con questo spirito che mi sono chiesto Cosa c’è di nuovo oggi? E adesso aspetto solo di avere la risposta.” (Franco Marconi)



Nicola Caredda – Giovanni Manunta Pastorello – Giuseppe Restano
Gennaio è fatto per dormire

scheda tecnica/technical card

curatore/curator by Dario Ciferri
testo critico/art critic by Dario Ciferri

fotografia/photography Catia Panciera
allestimenti/preparation Pasquale Fanelli – Andrea Fontana

dal 6 febbraio al 6 marzo
from 6th February to 6th March
orario: lunedì-sabato dalle 16 alle 19.30
opening time: Mon-Sat 4 to 7.30 p.m.

Con il supporto di Ostello degli Artisti: http://www.appartamenti-cupramarittima.com

Info
Galleria Marconi di Franco Marconi
C.so Vittorio Emanuele, 70
63064 Cupra Marittima (AP)
tel 0735778703

web http://galleriamarconi.it/
e-mail galleriamarconi@vodafone.it
Facebook http://www.facebook.com/galleriamarconi
twitter https://twitter.com/GalleriaMarconi


Le ultime capanne

Dove: SPAZIOFARINI6

Quando: Giovedì 4 Febbraio ore 18.30 -

Mostra di opere fotografiche Curata da Gigliola Foschi testo in galleria di Gigliola Foschi
inaugurazione: Giovedì 4 Febbraio ore 18.30 - 21.00 saranno presenti l’autore e la curatrice data mostra: dal 5 Febbraio al 2016 al 4 Marzo 2016
orario: da martedì a venerdì 16.00 - 19.00 o su appuntamento
dove: Via Farini 6, 20154 Milano tel. 02 6208 6626 galleria@spaziofarini6.com
La galleria SPAZIOFARINI6 propone una selezione di opere tratte dall’ultimo libro di Alessandro Vicario, appena pubblicato dall’editore Graphot di Torino "Le ultime capanne. Borgate abbandonate della Valle Stura".
Alessandro Vicario col suo sguardo essenziale, scava nella memoria e nelle tracce rimaste di borgate montane ormai spopolate e abbandonate. Le sue fotografie, poetiche e al contempo documentarie, ci mostrano case abbandonate e svuotate, diroccate, prive di vita da decenni, tetti sfasciati, porte chiuse che non proteggono più niente e nessuno. Un lavoro che percorre le diverse stagioni e momenti diversi della giornata, che evoca vite e memorie rimaste lassù nel silenzio, e in cui Vicario enfatizza anche come il trascorrere del tempo abbia aiutato la natura a riprendere possesso delle cose abbandonate dall’uomo. Scrive Gigliola Foschi: “Ma c’è dell'altro. Qualcosa infatti si cela sotto l’apparente semplicità e sobrietà delle sue inquadrature, che volutamente rifiutano l’estetica romantica delle rovine, ogni bellezza appariscente e i colori saturi e brillanti tipici delle fotografie che vogliono sollecitare l’immaginario dei turisti. Rispettose e antiretoriche queste immagini sono infatti protese a dare un volto e una voce alle rovine che ancora resistono contro le intemperie e le ingiurie del tempo che passa. Per questo, accanto a immagini più descrittive, con precise vedute d’insieme, Vicario si avvicina fino a “prelevare” frammenti di mura e di vecchie travi rugose segnate dal lavoro dell’uomo e dalla loro relazione con la natura; poi entra nelle case abbandonate per mostrare pareti scrostate e vecchi forni, che sembrano voler raccontare le storie di chi vi aveva vissuto. Come già in varie altre sue ricerche, Alessandro Vicario cerca di raccogliere con tenacia una serie di segni e tracce concrete, anche se magari sommesse, ma capaci di sollevare interrogativi ed evocare il passato, i gesti e i vissuti di chi per anni aveva abitato quei luoghi.”
Le opere in mostra sono stampe giclée su carta fine art in edizione limitata di 8 esemplari + 3PdA in vari formati, realizzate dallo Studio Berné Stampe d’Arte.
Su richiesta è disponibile la biografia completa dell’autore, le immagini in alta risoluzione e informazioni sul libro. Di seguito il link al fondo del Museo di Fotografia Contemporanea con opere di Vicario http://www.mufoco.org/collezioni/fondo-alessandro-vicario/


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