Vita di confine

Nel nord della Thailandia, al confine con la Birmania, tra la fitta vegetazione della foresta, c'è un piccolo villaggio fatto di case in bambù e tetti ricoperti di foglie. Qui vivono centinaia di profughi di etnia Padaung.
Originari del Myanmar, questo popolo ha abbandonato la propria terra di origine per sfuggire ai violenti scontri con le truppe del regime militare birmano, che nega loro l’indipendenza.
Entrando nel villaggio i primi ad accogliermi sono i bambini. 
Si muovono a piedi nudi tra le vie sterrate, cercando nuovi giochi tra la polvere e il fango. Il tutto si svolge sotto gli occhi vigili di un gruppo di donne il cui collo è ornato da lunghe e strette spirali in ottone.
Eleganti e fiere delle proprie tradizioni, tessono coloratissimi pepli da vendere al vicino mercato e trasportano i bimbi più piccoli avvolgendoli in variopinte coperte, come in delle borse.
Alcuni uomini sono a lavoro, altri invece si intravedono, sonnacchiosi, dietro le pareti di bambù delle case.
Il loro è uno stile di vita semplice ma dignitoso. 
Quegli occhi, così profondi, narrano storie di lontananza, sacrificio adattamento...ma nonostante le reali difficoltà sono sempre in grado di donare a chi sta intorno un sorriso sincero. Un sorriso di speranza, che solo chi sogna un futuro migliore sa regalare.

Foto di nuarthstudio

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