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La riproduzione

Per quanto il digitale abbia portato enormi cambiamenti, il modo di fruire le immagini resta quello, i nostri occhi non sono in grado di leggere bit, byte e impulsi elettrici, ma continuano (fortunatamente!) ad aver bisogno di elementi fisici come supporti cartacei, monitor, proiettori, etc.
Da quì nasce il concetto di "OUTPUT": come far uscire dal computer le immagini.
In questa sezione del dossier ci occuperemo dettagliatamente delle tecniche di stampa e dell'output su monitor.

a) La stampa

per riprodurre fotografie digitali, basate sul modo di scrivere i punti che compongono l'immagine:

  • punti a densità variabile o a tono continuo
    (stampa a sublimazione, stampa laser o led su carta fotografica)
  • punti di dimensione variabile (offset)
  • punti a frequenza variabile (inkjet ed elettrostatica)
La stampa a getto d’inchiostro, in inglese "inkjet", è sicuramente la tecnologia di maggiore successo in questi tempi, questo grazie ai modelli "drop-on-demand", che utilizzano testine capaci di rilasciare l’inchiostro solo quando è "richiesto".
Il rilascio a richiesta di inchiostro è gestito usando due tipi di tecniche: a "bolle" e quella che viene chiamata "piezoelettrica".
Nel primo tipo il calore forma all’interno della testina delle bolle di pigmento che poi vengono espulse dagli ugelli, nel secondo sono gli impulsi elettrici che agiscono su dei "piezocristalli" che provocano l’espulsione del pigmento che raggiunge il supporto.
Una variante alle stampanti inkjet che utilizzano pigmento sono quelle che usano come base speciali coloranti a base cera che, tramite calore, passano dallo stato solido a quello liquido e possono quindi essere "pompate" dagli ugelli sul supporto ricevente.
I sistemi a getto d’inchiostro hanno tempi di produzione abbastanza lunghi, richiedono supporti speciali ma danno risultati qualitativi eccellenti, con risoluzioni di stampa anche superiori ai 1400 dpi.

Nelle stampanti a sublimazione il colorante è inserito su un nastro continuo già creato con la corretta alternanza di pigmento Cyan, Magenta, Giallo (e nero, per i modelli che lo prevedono).
I coloranti presenti in questo nastro passano dallo stato solido a quello gassoso (da questa reazione fisica che si chiama "sublimazione" prendono il nome) grazie alla testina che è in grado di raggiungere temperature di 400 °C e vengono trasferiti sul supporto, riproducendo quindi l’immagine a colori.


Le stampanti elettrofotografiche (laser) si basano sulla creazione, per mezzo di un raggio laser, di un’immagine "latente" su una superficie fotoricevente caricandosi elettrostaticamente.
Una volta "impressa", questa superficie entra in contatto con il toner, questo aderisce alle zone "attivate" sul cilindro e tramite contatto arriva sulla carta e fissato a caldo.
I vantaggi sono quelli di una buona qualità, della possibilità di usare carta dal costo molto contenuto, dell’elevata produttività.
Si tratta comunque di attrezzature costose e che richiedono molte attenzioni e di costante manutenzione.
Le stampanti laser e led per carta fotografica adottano la luce, ottenuta tramite sistemi laser o sistemi a led, per esporre l’immagine su carta fotografica.
Il risultato è una stampa analoga a quella che si ha tramite il processo fotografico di stampa di un negativo o di una diapositiva su carta fotografica.
I vantaggi di questo sistema sono quelli dell’altissima qualità delle immagini, della durata delle stampe e il basso costo (rispetto alle tecnologie inkjet e a sublimazione) della carta.
Per contro, tali sistemi richiedono, dal punto di vista hardware, investimenti elevati e un trattamento chimico di un fotolaboratorio.
b) Output su monitor
Un'immagine destinata alla visione a monitor richiede, a parità di dimensione fisica, una risoluzione più bassa rispetto alla stessa immagine destinata alla stampa su carta.
Il monitor dispone di una matrice di pixel regolata dalla scheda video, per esempio: 640x480, oppure 600x800 pixel, etc.
Dal punto di vista della dimensione delle immagini, come abbiamo già spiegato, per ottenere una corretta riproduzione sul monitor è richiesto all’incirca un quarto della risoluzione necessaria per una stampa di pari dimensione (72 contro 300 punti per pollice).
Una cosa molto importante per i fotografi che usano il computer è quella di calibrare in modo corretto il proprio monitor. E' noto come uno dei problemi più grossi sia quello della corrispondenza dei colori e delle densità nei vari passaggi: soggetto, fotocamera, computer, stampa.

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